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Lezione XVIII

[I GRUPPI]


Noi siamo in grado oramai di seguire ciascun canto di Dante nelle sue parti. Il poeta comincia col porsi innanzi il luogo e la pena; indi apparisce il demonio; poi peccatori presi insieme e commisti, non questo o quell’individuo, ma l’uomo collettivo, gruppi di mezzo a’ quali si eleva a quando a quando un grande individuo che ferma l’attenzione1. Vi ho parlato della natura e del demonio; arrestiamoci su’ gruppi.

E innanzi tutto questo distinguere che fa Dante l’uomo collettivo dall’uomo individuo, è egli una mera sottigliezza? Una distinzione arbitraria e di poco momento? Dante vi dá grandissima importanza; perché tu troverai canti senza individui affatto, ma senza gruppi nessuno. I gruppi sono un momento essenziale dell’inferno: quale è il loro significato? Quale è il concetto che esprime la moltitudine? Volgete mente alla societá quale si trova in terra; se voi vi abbattete in questo o quell’individuo, v’incontrate in tali caratteri, tali passioni, tali preoccupazioni. Ma se questi individui si raccolgono in piazza per uno scopo comune, que’ caratteri, quelle passioni, quelle preoccupazioni svaniscono: le anime unite s’immedesimano e diventano un’anima sola, l’anima contagiosa della moltitudine, la quale ti sforza a sé, consuma in te quanto hai di proprio e ti

  1. Nel ms. cit. è segnato: «Esempio tolto dal canto de’ golosi».