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Lezione XVII

[I DEMÒNI]


La scala di Giacobbe è comune a tutte le poesie: in ogni tempo le umane fantasie hanno contemplato una doppia scala ascendente e discendente; il minimo punto di partenza è l’uomo, dal quale per una scala di esseri intermedi si sale infino a Dio, e dal quale per una lunga scala di esseri intermedi si scende sino a Satana. Onde il cielo e l’inferno sono stati sempre popolati da legioni intere di spiriti angelici e satanici, che riempiono il lungo intervallo che è tra l’uomo e Dio da un canto e l’uomo e la natura dall’altro. Quali sono i nomi, quali le forme che hanno esse ricevute? Diverse secondo le religioni e le poesie, secondo i tempi e i popoli che le crearono; e nondimeno tutte hanno una comune base, sulla quale riposano, esprimendo questi esseri al di fuori la lunga storia del bene e del male che si agita nell’anima umana; secondo che vi si svolge l’un principio o l’altro si rivela un doppio cammino, un salire verso Dio e uno scendere verso Satana, un progressivo indiarsi o indemoniarsi. Diversi i nomi, diverse le forme, una la base. E quei nomi e quelle forme col volger de’ secoli si mutano o si dileguano, e quella base rimane indistruttibile e riproduce in ogni nuova civiltá se stessa sotto nuovi nomi e sotto nuove forme. Cosi le Furie di Sofocle e le streghe di Shakespeare sono nel fondo una stessa cosa, l’eco esterna di suoni interiori, che turbano le colpevoli gioie dell’anima. Né solo questi esseri hanno una base comune, ma altresí un comun fondo estetico; e, per parlare uni-