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ii0 primo corso tenuto a torino: lez xvi


ammassate nel fondo dell’inferno le acque che ivi ristagnano e imputridiscono e mandano fetidi vapori. E, quasi ciò non bastasse, vi ha aggiunto gli oggetti piú disgustosi.

Gittate un occhio su d’una carta topografica dell’inferno; e quando vedrete questa piramide capovolta, questo cono, questo imbuto a rovescio, quando vedrete quei cerchi indeterminati prender figura di cittá, e la cittá di bolge, e le bolge di pozzo, entro cui Dante ha seppellita e pietrificata la natura ed indurite le acque; quando vedrete all’uno estremo il primo cerchio d’immensurabile grandezza ed all’altro un tristo buco sopra il quale pendono tutte l’altre rocce, voi avrete una immagine visibile d’una natura in decadenza.

Volete voi un’altra immagine per la successiva depravazione de’ caratteri estetici? Mirate una di quelle perturbazioni violente, che diconsi rivoluzioni; e voi vedrete nella prima febbre dell’entusiasmo comparire il sublime del sacrificio e dell’abnegazione; indi a poco a poco venir fuori il sanguinario, il feroce, l’orribile, finché da ultimo sale su da’ bassi fondi della societá quanto di piú laido ed abbietto è nella plebe.

Cosi l’inferno apparisce prima in quello che esso ha di terribile; indi lo spettacolo si fa sempre piú scuro, sanguinoso e crudele, insino a che si cade nella decomposizione e nel putrido, e il disgusto, soverchiato innanzi dal terrore e dall’orrore, sale sulla superficie ed occupa solo di sé i sensi e la fantasia.