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gradi della depravazione 95


lesta». Quanta poesia scaturisce dall’aver eliminato l’astratto e messo tutto in bocca di chi parla! In questo modo ha Dante provveduto che l’elemento didattico, il quale regna nel purgatorio, e nel paradiso, fosse rimosso dall’inferno.

Ma come ha egli saputo conciliare l’interesse morale con l’interesse poetico?

Egli ha ciò ottenuto considerando la teoria scientifica come cosa estrinseca: come un ordine meccanico che serve solo di filo per agevolare la memoria e la intelligenza, ma non penetra al di dentro. La morale pone gl’inerti al limitare dell’inferno, perché in veritá essi non fanno male; ma la poesia li pone piú giú: perché traspare che Dante stima piú l’ultimo peccatore che opera, che non questi mezzi uomini abbietti, che nulla operano. Credete voi che egli si impacci del concetto morale? Egli considera l’idea dell’inerte, come un quadro che deve colorare, e tiene il concetto morale solo come un filo per agevolare la memoria, l’ordine scientifico è puramente esteriore e meccanico. Vi sono di quelli che, quando la scienza stagna ed impaluda, danno grande peso a queste divisioni e suddivisioni. Ma Dante non ne tiene gran conto. Prendete una storia: quando l’autore ve la divide in periodi ed in secoli; finché questi non sono che mezzi per dividere in parti il troppo ampio orizzonte affinché si possa meglio comprenderlo, la cosa è ragionevole. Ma se egli pretende recare la sua divisione nell’interno de’ fatti: e perché egli ha bisogno di riposo, crede che si fermi l’andamento continuo d’un popolo, egli falsifica la storia. Oltre l’ordine estrinseco, vi è un ordine interiore che nasce dall’argomento. Ogni argomento ha una sua propria situazione, da cui discende una propria forma, uno stile ed un ordine proprio. E tutto questo mio ragionamento non è che una lunga dimostrazione di questa veritá che io ho applicata al poema di Dante. Qual è l’ordine interno che scaturisce da se stesso nella Divina Commedia? Nel paradiso è lo spirito che si sprigiona dal corpo: nell’inferno lo spirito che va sempre piú materializzandosi: il progressivo sparire dello spirito nel corpo finché non vi rimane piú che la materia. Lo spirito esce dall’indifferenza, quando*