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4 primo corso tenuto a torino: lez. i


mino che ha tenuto la critica ne’ tempi moderni, e declamare contro i comentatori di Dante gli è come incollerirsi contro la storia dell’umano pensiero. La nuova critica ha in questo progredito, che, indagando con diligenza i diversi elementi che entrano in un lavoro, si studia di non trasandarne alcuno; e però nella Divina Commedia essa comprende tutta quant’ella è ampia la sua materia ed assegna il debito luogo a’ suoi elementi costitutivi, antichitá e medio evo, teologia e filosofia, morale e politica. Gran conto fa questa critica della materia o de’ diversi elementi sociali onde la poesia è improntata, e fa di essi il proprio e il distintivo dell’arte, ch’ella divide secondo la materia in classica e romantica, e suddivide secondo il genio e i costumi delle diverse nazioni. Dev’ella parlare di Omero? E tosto investiga un ciclo omerico, e si affanna intorno agli elementi della societá greca, di cui l’Iliade e l’Odissea sono espressione. E se ella ragiona dell’Ariosto, non può fare a meno di tesserci la storia di tutt’i poemi cavallereschi e tradizioni e romanzi che l’hanno preceduto. Cosi parecchi critici sonosi messi a disseppellire le ignorate visioni che sono state innanzi alla Divina Commedia, e ne hanno formato una specie di ciclo dantesco, che noi brevemente discorreremo.

La poesia è prima azione, poi parola. Quando la fede era schietta e costava il martirio, la visione de’ santi, degli angioli, di Gesú, del paradiso rendeva sereno il volto de’ martiri nelle noie del carcere e nel dolore del supplizio. Il medesimo avveniva de’ frati: macerati dal digiuno, logorati dal cilizio, segregati da ogni realtá della vita, ne’ deserti e fra le tombe era unica loro aspirazione la morte e l’avvenire. Quando il cristianesimo ebbe vinto, si prese a narrare queste maravigliose visioni abbellite ancora dal tempo, e sorse la leggenda. I racconti sono brevi, di un’aurea semplicitá, di una ingenuitá puerile e piena di grazia, con tal candore ed unzione e fede che talora non sai distinguere se colui che scrive sia il veggente o il narratore. Ma quando la Chiesa si ebbe assunto l’ufficio di educare a civiltá i barbari, la visione entrò in un nuovo stadio, ed alle immagini radianti del paradiso succedono descrizioni