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2i2 frammenti letterari

cosí popolare, perché il popolo è tutto superficie, è la forma nell’ultimo stadio della sua vita, quando a forza di precisione diviene massiccia e densa come il marmo. La vecchia letteratura ci raggiunge l’ultima perfezione: l’espressione perde ogni trasparenza, e non è che se stessa e sola, e vi si appaga come un infinito. Stato di petrificazione che oggi dicesi letteratura popolare, come se la letteratura debba scendere al popolo, e non il popolo debba salire a lei. Metastasio vi spiega un talento miracoloso. Quella vecchia forma, prima di morire, manda gli ultimi splendori. La chiarezza non è in lui superficie morta, ma è la vita nella sua superficie, paga e contenta della sua esterioritá, con una facilitá e una rapiditá, con un giuoco pieno di grazia e di brio. Il periodo perde i suoi giri, la parola perde le sue sinuositá, liscia, scorrevole, misurata come una danza, accentuata come un canto, melodiosa come una musica. Le impressioni che te ne vengono, sono vivaci, ma labili, e ti lasciano contento, ma vuoto, come dopo una festa brillante che ti ha divertito e a cui non pensi piú.

Il mondo metastasiano può parere assurdo innanzi alla filosofia, come innanzi alla filosofía pareva assurda la societá da esso rappresentata. Come arte, niente è piú vero per coerenza, per armonia, per interna vivacitá. È il ritratto piú finito di una societá vicina a sciogliersi, le cui istituzioni erano ancora eroiche e feudali; materia vuota dello spirito che un tempo l’animò, e che sotto a quelle apparenze eroiche era assonnata, spensierata, infemminita, idillica, elegiaca e plebea. Guardatela. Essa è tutta profumata, incipriata, col suo codino, col suo spadino, cascante, vezzosa, sensitiva come una donna, tutta idolo mio, mio bene e vita mia. La poesia di Metastasio l’accompagna con la sua declamazione, con la sua cantilena; la parola non ha piú niente a dirle; essa è il luogo comune, che acquista valore trasformato in trillo, con le sue fughe e le sue volate, co’ suoi bassi e i suoi acuti, non è piú un’idea, è un suono, raddolcito dagli accenti, dondolato dalle rime, alternato in quei versetti, ridotto un sospiro. Una poesia che cerca i suoi mezzi fuori di sé, che cerca i suoi motivi e i suoi pensieri nella musica, abdica giá,