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iii. pietro metastasio 209

comicamente, né c’è l’intenzione comica, perciò non c’è stonatura; è la societá contemporanea nel suo spirito, nella sua volgaritá e mezzanitá vestita d’apparenze eroiche. Se Metastasio avesse il senso dell’eroico, e lo rappresentasse seriamente e profondamente, la mescolanza sarebbe insopportabile, anzi mescolanza non ci sarebbe; ma concepisce l’eroico, com’era concepito e sentito in quella volgaritá contemporanea. Il poeta, in perfetta buona fede, non sente ciò che di basso e di triviale è sotto quell’apparato eroico, uno di spirito e di carattere col suo pubblico. Bene ha una coscienza confusa, e non è proprio contento, e talora tenta alcun che di piú elevato, come nel Regolo e nel Gioas, senza riuscirvi: si scopre l’antico Adamo. E fu ventura, perché cosí non ci dié costruzioni artificiose e aliene dalla sua natura, ma riusci artista originale e geniale, l’artista indimenticabile di quella societá.

Questa vita cosí assurda nella sua profonditá ha tutta l’illusione del vero nella sua superficie. Approfondire i sentimenti, sviluppare i caratteri, graduare le situazioni sarebbe una falsificazione. La superficialitá è la sua condizione di esistenza. È una vita di cui vedi le punte e ignori tutto il processo di formazione, una specie di vita a vapore, che nella rapida corsa divora spazii infiniti, e non ti mostra che i punti d’arrivo. Sbucciano sentimenti e situazioni cosí d’un tratto, e spesso ti trovi di un balzo da un estremo all’altro. Sei in un continuo flutto d’impressioni variatissime, di poca durata e consistenza, libate appena, con sentimenti vivacissimi, penetranti gli uni negli altri, come onde tempestose. Scusano questa superficialitá con la musica, quasi che la musica potesse o compiere, o sviluppare o approfondire i sentimenti; ma la musica metastasiana non era se non il prolungamento o l’eco del sentimento, il semplice trillo della poesia, il suo accompagnamento, perché quella poesia è giá in sé musica e canto. Una vita cosí superficiale non può essere che esteriore. È vita per lo piú descritta, come si vede nel Guarini e nel Marino. I personaggi nella maggior violenza de’ loro sentimenti si descrivono, s’analizzano, com’è proprio d’una societá adulta in cui la riflessione e la critica t’inseguano

F. de Sanctis, La poesia cavalleresca. i4