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xxx. il ragionamento nel dialogo 231


Questo conflitto d’idee, nel quale i personaggi non fanno quasi altro che prestare il nome, è la base del ragionamento dialogico. Il quale non è altro che un’argomentazione «sui generis», distinta dal sillogismo e dalle altre forme aristoteliche. O per dir meglio, queste compariscono nei particolari della discussione; ma la discussione è regolata da un principio superiore, che è lo sviluppo logico del concetto. Per esempio, sì il Fisico e sì il Metafisico usano sillogismi, dilemmi, entimemi, ma la base del ragionamento non è nell’uno e non è nell’altro, è nella natura dialettica del concetto.

Il quale, analizzando sé stesso, trova nel suo corso un intoppo nel concetto opposto, che in fondo non è altro se non un’analisi più compiuta del concetto principale, la sua visione e la sua verità mostrata più chiara nella inanità della resistenza. Si può dire che la resistenza stia lì solo per dimostrare meglio la verità del concetto, come fa un fedel cortigiano, il quale usi la spada in modo che si lasci facilmente disarmare e vincere. Certamente il conflitto può essere più o meno simulato, e talora seriissimo, sì che lasci una certa esitazione nell’animo tuo, com’è nel Plotino. Sono gradazioni, che non alterano la natura dell’argomentazione dialogica.

Questo svilupparsi del concetto per via di antitesi, è il modo della sua dimostrazione, il suo ragionamento. Di che infiniti esempi sono nei dialoghi scientifici.

Il ragionamento a due, espresso per via di personaggi, non è ancora dramma, ma ha del dramma la piacevole apparenza, più o meno vivace, secondo le inclinazioni dello scrittore. Talora l’interesse filosofico è così importante, che poco luogo ci ha l’arte, e hai dialoghi rigidi e severi come pura scienza: di Platone e di Galileo trovi così parecchi. Talora l’arte ci ha molta parte, a fine di aprire l’accesso alla gente meno colta di verità note e ammesse nelle classi più intelligenti, com’è nei dialoghi di Fontenelle, dove l’arte è volgarizzatrice e vi spiega le sue grazie e le sue veneri. Maggior luogo vi ha l’arte, quando qualche personaggio non rimane concetto astratto, ma rivela qua e là impressioni e sentimenti personali, come nel Tristano. Se non