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La Letteratura italiana nel secolo XIX è il frutto delle lezioni che il De Sanctis, nominato professore di «letteratura comparata» all’Università di Napoli1; tenne negli anni 1872-76, in quella che fu detta la sua «seconda scuola napoletana»; fino a quando, divenuta incompatibile la sua carica con quella di deputato, egli decise di abbandonare l’insegnamento ritornando alla politica attiva. In quegli anni svolse quattro corsi: sul Manzoni, nell’anno accademico 1871-72; sulla scuola liberale, nel 1872-73; sulla scuola democratica, nel 1873-74; sul Leopardi, nel 1875-76, dopo un anno di interruzione. Queste lezioni avrebbero dovuto costituire, nelle intenzioni dell’Autore, il materiale per un terzo volume della sua Storia della letteratura italiana2, il cui secondo volume si chiudeva con un ricordo troppo sommario e lacunoso delle grandi figure e dei movimenti del secolo XIX. Senonché il terzo volume non venne mai in luce.
I risultati di quel lavoro non andarono tuttavia perduti, in quanto le lezioni, diligentemente raccolte per espressa volontà del De S. da un suo «valoroso e carissimo discepolo», Francesco Torraca, furono pubblicate su alcuni giornali napoletani del tempo: La Libertà, Il Pungolo e il Roma. Il De S. stesso inoltre, per quel che riguarda il corso sul Manzoni e quello sul Leopardi, ne rielaborò la materia ricavandone dei saggi e degli articoli, pubblicati rispettivamente sulla Nuova Antologia e sul Diritto. Sul modo come il De S. preparava e svolgeva le sue lezioni, preziose testimonianze ci lasciò il Torraca, in una commossa rie-
- ↑ II decreto, firmato dal ministro Cesare Correnti, è del 15 ottobre 1871. Cfr. G. Ferretti, La nuova scuola di De Sanctis, in Società, gennaio-giugno 1953, pp. 88-100.
- ↑ Cfr. Introduzione al saggio sul Leopardi, vol. IlI della Letteratura italiana nel secolo XIX, a cura di W. Binni, Bari, Laterza, 1953, p. 1.