Pagina:De Sanctis, Francesco – Alessandro Manzoni, 1962 – BEIC 1798377.djvu/326

320 appendice

esseri fantastici. Si comincia però di già a presentire il mondo moderno. Nell’Ariosto trovi quell’ironia moderna che incalza e dissolve il mondo creato dalla sua fantasia. Nel Tasso trovi già una raffinatezza nei concetti e nei sentimenti, che ti annunzia uno spirito moderno di analisi. Tasso è l’ultimo poeta italiano; succede un tempo di stagnazione, nel quale l’Europa dà un nuovo impulso alla letteratura.

Nel secolo passato noi siamo risorti ed abbiamo cominciato col riprodurre l’antico ideale italiano. Il che, fatto per imitazione, ci ha separati dalla vita moderna e gittati in un ideale convenzionale e fattizio. E questo possiamo vederlo nei drammi del Metastasio, nelle tragedie di Alfieri, nelle Notti romane del Verri, nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis. I personaggi sono spogliati delle diverse loro qualità e ridotti ad averne una sola, e questa è poi spinta al suo grado superlativo; vi è l’uomo mutilato ed astratto. Il Manzoni è il primo, e finora il solo, che abbia dato realtà e misura all’ideale calandolo nella vita moderna. Nei suoi personaggi è sempre una vita ricca, varia, alternata di tragico e di comico, e la qualità dominante rimane nei limiti del mondo reale e storico; di che nasce che il suo stile è affatto puro di quel rettorico ed artifiziato che contamina lo stile italiano coi suoi lunghi periodi, con le sue frasi sonore, colle sue inversioni stentate. E come lo stile così la lingua è in perfetta armonia con questo mondo; propria più che pura, si accosta di molto al linguaggio parlato.

E questa armonia perfetta tra le diverse parti del mondo manzoniano si dee non ad imitazioni od a sistemi preconcetti, ma alla natura dell’autore. Trovi in lui le diverse facoltà dell’anima affatto equilibrate; l’immaginazione e il sentimento sono in lui temperati ed accordati dal buon senso. Le passioni gli ruggiscono intorno; egli rimane al di fuori, sereno contemplatore. E questo distacco dalla materia cagiona quel suo perpetuo risolino, che lo tiene al di sopra del lettore.