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x. la morale cattolica | 233 |
ciò quell’ideale fu presto materializzato, presto nei conventi fu corrotto in modo da eccitare la collera non solo di Dante, ma dei Santi stessi e degli uomini mistici dei secoli passati. Dall’esagerazione nasce questo materializzarsi della dottrina; la morale è posta in un fatto esteriore nel quale non interviene la nostra coscienza.
In che sta, a mo’ d’esempio, il divino della confessione? Nel pentimento, nella risoluzione di mutar vita. Qual’è la confessione, non secondo i libri, ma nel fatto? Consiste nel prender l’assoluzione, e dire: — Non più peccare — ; e poi tornare da capo. È la confessione ridotta al fatto materiale, è sempre la morale materializzata per l’esagerazione. Secondo tale dottrina, quello che importa al cristiano non è il come ha vivuto, ma come è morto; se è stato malvagio in tutta la vita, non monta, morendo da buon cristiano va in Paradiso. V’è un proverbio italiano che esprime bene codesto: «La gioventù al diavolo, a Dio il vecchio carcame!».
Vedete anche come si è materializzata la carità. Essa è un sentimento di compassione che avete verso il vostro simile che soffre, nascente non dal desiderio di guadagnare la salute eterna, ciò che sarebbe egoismo, ma dall’amore del prossimo, considerato come vostro fratello. Cos’è questo concetto materializzato? È ridotto alle indulgenze, alle dispense, all’andare a caccia di testamenti. — Ecco il mondo come è nella depravazione presente — , dice il Sismondi. A che è ridotto il culto? Che cosa è l’andare a messa, il recitare rosarii e avemarie, il portar amuleti? Niente; ma in quella morale materiale diviene tutto, e vedesi un brigante portare l’immagine della Madonna e raccomandarsele, un ladro che commette un furto e il giorno appresso va a messa. — Per cui, dice il Sismondi, oggi in Italia esser devoto non è garanzia di probitá, au contraire: la troppa devozione fa temere l’ipocrisia — .
Egli finisce con una magnifica descrizione dello stato della gioventù italiana ne’ seminarii, con osservazioni che anche oggi sono applicabili, perché oggi abbiamo formato l’Italia materiale, ma gl’italiani sono ancora ben lungi dall’esser fatti. Leggete