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174 lezioni

si può rispondere a Manzoni: — Perché il fanciullo domanda se quel fatto che gli è narrato è vero? Perché non ha ancora sentimento estetico, non sa distinguere una bella da una cattiva musica o voce, non sente ancora diletto estetico, che suppone educazione, squisitezza di gusto. Ciò che il fanciullo concepisce prima è il reale, poi l’immaginato, il fantastico. Tardi l’uomo acquista il sentimento estetico, e tardi un popolo acquista questo fiore della civiltà. Vi sono popoli morti senza averlo avuto, cioè prima di essere giunti alla virilità; e noi ammiriamo nella Grecia antica appunto lo squisito sentimento estetico che produsse tanti capilavori di poesia, di architettura, di scultura, ecc. Che cosa ammiriamo nelle repubbliche italiane? Il sentimento estetico sviluppatosi così presto dalla rozzezza e che produsse i capolavori di Dante, di Michelangelo, di Raffaello e tanti altri. Le regole assolute e dogmatiche sono dunque arbitrarie; contro di esse si leva il genio, e le spezza— .

Altro torto di Manzoni è il considerare l’unità di tempo e di luogo come contrarie alla verisimiglianza. Se dicesse che è difficile fare una tragedia fra questi limiti, difficile sopra tutto chiudere entro di essi un fatto storico, saremmo d’accordo. Ma egli a priori rigetta l’unità di tempo e di luogo perché la storia, egli sostiene, non può inquadrarsi in limiti così stretti; ed ha torto, perché vi sono tragedie come il Saul di Alfieri, l’Athalie di Racine, rimaste in que’ limiti.

Dunque in correlazione di questa con la lezione passata, vi dico: il torto de’ critici è stato l’aver concepito l’unità di tempo, di luogo e di azione in modo assoluto, e il non aver capito che queste tre unità dipendono da un principio superiore e hanno limiti più o meno larghi secondo quel principio, che è un’altra unità più generale, l’«unità di situazione».

E che è questa? È l’unità della composizione presa nel suo insieme, nella sua totalità. L’essenza dell’arte è la vita organica, la «forma vivente»; l’espressione di questa vita è la «totalità», in cui gli elementi stieno come parti, sieno «partecipi» delle idee, le quali fanno che quella totalità sia quella e non altra, e di essa fanno un individuo. Quando il sentimento del tutto