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i. il romanticismo e gli «inni sacri» 101

libri, gli amici, si fa un piccolo mondo che gli basta. Questa concentrazione dell’animo, questo chiudersi là dentro, è l’«intimità». Per questa disposizione che voi provate talvolta, quantunque di rado, e che può essere determinante in tutto un popolo, avviene che l’uomo vede con altro occhio le cose terrene, con «occhi mutati», dicea Leopardi che l’aveva. Nella solitudine del pensiero il corpo si affina, le forme si assottigliano, si entra in un mondo vaporoso, fantastico. Goethe, che il primo comprese codesto, dice: «Il poeta deve vivere nel regno delle ombre», e sapete qual regno ha egli creato, in cui la realtà è spezzata, le forme sciolte, tutto è ricomposto secondo il pensiero: il Faust, opera che parrebbe miracolosa senza quella disposizione nazionale.

Quando avete i fantasmi e il sentimento di essi, si dà loro grande importanza: in tal caso si comprende che sorgano grandi poeti e grandi filosofi, quelli abitanti il regno delle ombre, questi il regno delle essenze; perché pensando, meditando, astraendo, si forma quello che dicesi la forza, la virtù speculativa.           Non so se sia riuscito a spiegarvi le delicate gradazioni dell’intimità; passo alla «malinconia». Noi ci formiamo un’idea della malinconia come dell’ideale. La crediamo una certa tristezza dolce, soave, nata da qualche cagione esteriore od interna; ma questo è un senso grossolano di quella parola, è il fenomeno fisiologico. Pel tedesco la malinconia è condizione dell’ideale, dell’intimità. È la forza di raccogliersi, di concentrarsi in sé, che dà aria di uomo ritirato, da frate, perché nel Medio Evo i frati erano ascetici e mistici.

          L’«umore». Noi Italiani non lo conosciamo, i Francesi lo hanno qualche volta, come può concepirlo un Francese, un giuoco di spirito, un pétillement. L’umore tedesco è profondo. Quando l’uomo concentrato in sé vede la natura schiudersi, la superficie aprirsi, uscirne come onde sonore, come una musica, vede il fantastico apparirgli, e ci crede, ne ha il sentimento, allora si sente riconciliato con sé. Quando sopraggiunge l’indifferenza, l’incredulità, ed ei si accorge che i fantasmi sono un giuoco, che quel mondo è capriccioso, sorto a caso, e vede la