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lii lezione preliminare.

regimi delle proposizioni furono pel mascolino plurale ols od els, che poi si fece eus e finalmente eux; e pel femminino altresì plurale eles. Ora ecco come, ricalcando quest’uso, Dante potè dire: e suon di man con elle; giacché se al seguito dei verbi si scriveva: Lors lor vint une novelle; lour aivons donneit; mes peres lour vendi; d’altra parte invece, al seguito delle preposizioni si scriveva: une d’eles, avec eles, ossia una d’elle, con elle, non una di loro, o con loro1.

Inoltre non vorrò scordarmi di aggiungere come quello che si è detto di me, mi, poi moi; di te, ti, poi toi, si dee ripetere del pronome personale riflessivo, se, si, poi soi; ossia che la prima forma era dell’accusativo ed accompagnatoria dei verbi, e che la seconda era dei regimi indiretti ed accompagnatoria delle preposizioni, e come nell’antico francese, questi istessi pronomi facendovi l’ufficio da prima quasi esclusivo di possessivi, dovesse accadere che di me o a me valessero mio; di te o a te valessero tuo; di sé o a sé valessero suo: perchè poi in seguito, allorquando per rispondere ai latini meus, tuus, suus, o meglio

  1. Come lui, che può anche considerarsi metatesi di illius, e che doveva rappresentare soltanto i regimi d’egli, passò, secondo si disse, nei nostri dialetti a far insieme gli uffici di soggetto, così fu di loro, che uscito dall’illorum latino reso comune a tutti i generi, valse prima d’elli e d’elle, poi ad elli e ad elle, e finalmente eglino ed elleno senza bisogno di segnacasi: talché sembrò mutarsi in una forma di pronome possessivo proprio della persona terza determinata, ma non presente, completando le relazioni di possesso significate da mio, tuo e suo. Questa proprietà fe’ sì che Dante, il quale avea creato immiarsi e intuarsi, potè creare anche inluiarsi.