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xlviii lezione preliminare.


Da ultimo su questi nomi numerali qui mi gioverà ricordare che puntualmente come noi da primus e da ver femmo primavera ed i francesi da primus e da tempus, prin-temps; così questi stessi dissero primsoir perciò che noi pure diciamo prima sera nelle frasi: ci vedremo in od a prima sera ecc. e prinson perciò che, essendo ai Latini prima vigilia, è pure per noi primo sonno1.

Passando ora ai pronomi personali di possesso, diremo (toccandone leggermente com’è nostr’uso alcune particolarità per notizia opportuna o convenienti confronti coll’italiano) come erano non solo nell’antico francese le sottili forme di regime mi, ti, si, li, somiglianti alle nostre, invece delle più vaste moi, toi, soi, lui che invalsero dappoi; ma come, singolarmente nel dialetto Borgognone era una distinzione, la quale merita d’essere pazientemente rilevata da chi fa soggetto de’ proprii studii tali minute osservazioni linguistiche, e da chi ha appreso dalle Grammatiche comparate che la desinenza casuale del possessivo o genitivo soleva essere in us o nel suo assottigliamento is, ed in i quella del dativo e del locativo. Vi si diceva cioè me il regime diretto ed il regime proprio de’ verbi,

  1. Il discorso delle voci numerali mi fa sovvenire, e porre qui per fuor d’opera, come Virgilio scrivesse nel X dell'Eneide quam quisque secat spem, per sequat; dalla quale antica scrittura del verbo vennero poi sectores e secta per sequitores et sequuta; che però, stante lo scambio avvertito, il sequior latino sarà lo stesso di quel secior comparativo di cui non si conosce il positivo, il quale forse potrebbe essere stato non dissimile dal sezzo de’ Toscani per ultimo, cioè per cosa al seguito e non mai principale