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arte e artisti 215

nipote dell’insigne scultore, sono riferiti alcuni episodi della vita artistica di entrambi1. Il Tadolini non pubblica il nome del Tenerani, per riguardo, com’egli dice, ma fa intendere che il solito professore era il Tenerani, che pur non aveva da sperare altro in fatto di onori, e di ricchezze. Il Tenerani dava in quegli anni gli ultimi tocchi alla statua di Pellegrino Rossi, commessagli dal duca Mario Massimo, ed eseguiva ritratti di quante celebrità capitavano in Roma, nonchè il bozzetto del monumento per i soldati pontifici caduti a Castelfidardo. La statua del Rossi è una magnifica opera d’arte. Dagli orti Sallustiani, dove stette parecchi anni, emigrò nel palazzo Massimo ad Aracoeli. Il duca Emilio Massimo, e suo genero Prospero Colonna, dovrebbero donarla al Papa, a patto che sia collocata nel cortile del palazzo della Cancelleria, dove la tragedia fu consumata.

La commissione per il monumento di Castelfidardo fu data al Tenerani da una società di signori guelfi, preseduti dal principe Orsini, ed egli l’accettò di buon grado, e ne fece il bozzetto, che, dice il Raggi, di tutti i suoì a me pare il più bello2. Il concetto è contenuto in una memoria di mano dello scultore: «il divin Redentore accoglie le anime di quei generosi, che caddero a Castelfidardo, in difesa della religione e dei diritti della Santa Sede, combattendo nemici di numero assai maggiore di loro». Ma il monumento non fu eseguito, per la salute sempre più debole dello scultore, che si approssimava alla fine. Si doleva di non poterlo compiere, ma scriveva all’Orsini, in data 17 giugno 1868, che sarebbe stato compiuto da due suoi discepoli, l’Anderlini e il Cardelli. Da poco tempo è stato collocato in San Giovanni Laterano, nella cappella di Santa Severina. Il Tenerani, benchè tacciato dai critici di essere modellatore squisito, ma senz’anima, aveva formata una scuola, della quale furono alunni insigni Giovanni Strazza, Salvino Salvini, il Lucchetti, il Fabi Altini, il Lombardi, il Galletti, l’Anderlini, ed un po’ anche il duca di Sermoneta. Morì nel dicembre 1869, ed ebbe funerali

  1. Ricordi autobiografici di Adamo Tadolini, pubblicati dal nipote Giulio. Roma, tipografia di Balbi Giovanni, 1900.
  2. Oreste Raggi, Della vita e delle opere di Pietro Tenerani, libri 3. Firenze, Lemonnier, 1880.