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» Certo che chi volesse oggi raffrontare i metodi di Della-Porta e di Cellio a quello di Daguerre, non troverebbe tal rispondenza da chiarire la derivazione di questo da quelli; si grande è la novità delle nostre dottrine chimiche ed ottiche a petto delle informi teorie di quei tempi. Quindi, mal reggerebbe il disparato confronto.

» Ma nello scopo di Della-Porta e di Cellio, nella prima idea di questi illustri italiani, non si può non ravvisar l’embrione della prodigiosa scoperta del celebre francese, non si può non vedere lo stesso pensiero isterilito allora dal manco di cognizioni e di mezzi opportuni, lo stesso germe che per la forza dei tempi morì nel suo nascere. Ma quella prima scintilla che sventuratamente fu spenta per noi, e della quale Daguerre trasse poi con tanto merito si viva luce di gloria.... —

» Se Daguerre risuscitasse, sarebbe ben sorpreso de’stupendi progressi della fotografia, fatti in questi ultimi anni, progressi dovuti agl’indefessi studi ed ingegno degli artisti nostri e d’oltre Alpi. Daguerre ebbe in premio della sua scoperta, dall’Istituto di Francia, 10,000 franchi.»


Lettera dì Gianfrancesco Rambelli a D. Domenico Maria Ferri, intorno alle Scoperte di Leon Battista Alberti e Leonardo da Vinci.

Congiungo due sublimi ingegni che non solo ottennero fama immortale nelle belle arti che professarono, ma valentissimi com’erano nelle lettere e nelle scienze furono fecondi di molti ritrovamenti. Sia prima Leon Battista Alberti ristoratore celeberrimo dell’archittetura. Fu questi inventore di uno strumento per iscandagliare la profondità del mare nelle varie situazioni; e per aiutare a’ naufraghi insegnò un metodo affine di sciogliere e ricomporre in un istante le tavole d’una nave; ed un altro ne rinvenne per sollevar quelle navi che si fossero affondate. Di questo ci diede un felice esperimento innalzando i varii pezzi di una nave, che dicevasi sommersa fin sotto l’impero di Traiano1. Quanto rumore non han menato gli stranieri per non pensati metodi di salvare da’ naufragi, e quanto non era antico per noi quello dell’Alberti? E’ trovò pure una dilettevole macchina che corrisponder sembra al nostro Mondo Nuovo, giacché in essa, alla


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  1. Alberti, De Architect. 1, 5, 11, 12 — Flav. Biondo, ital. illustr., pag. 3.