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nella matematica, non sapesse distinguere il meridiano di Marsiglia da quel di Genova: quasi che nell’età di Andalò di Negro, in cui tanto si studiavano i moti delle stelle, e tanto si navigava, e viaggiavasi, potesse un Dante ignorare quello, che noto era ad ogni vil mozzo di nave; ed ignorarlo in un luogo, ove usa di una perifrasi a mostrare le sue cognizioni geografiche. Ben so che si poteva errare di molti minuti nelle contrade più note, e forse di un grado o due, trattandosi di regioni meno frequentate; ma che nel mediterraneo, ove Bugea, Marsiglia e Genova erano visitate da’ naviganti, non si sapesse che la prima è quasi rimpetto alla seconda; e che Genova ne è discosta di non pochi gradi, questo è vituperare l’autore della divina commedia.»1

Voglio nominare pur anco gli altri due lumi delle lettere italiane nel secolo xiv il Petrarca e il Boccaccio: imperocchè nella vastissima loro dottrina non rimasero loro al tutto estranie le scienze collegate colle Matematiche. Ed invero il Petrarca fu grande amatore della Geografia, e «con ogni ardore ne illustrò e promosse lo studio. Apparisce in effetto da un’epistola aver tentato ogni sforzo per stabilire con certezza ove fosse l’isola Tile, non di rado menzionata dagli antichi. Fa mostra del vasto sapere geografico il suo Itinerario Siriaco..... primo modello d’illustrazione geografica, che vanti la moderna letteratura. Oltre l’antica promosse ancora la moderna geografia...... Non visitò con disagio le remote contrade, ma nella sua biblioteca le scorse sulle carte e sui libri; e la raccolta ch’ei fece di carte eccellenti ed esatte ap-



  1. Spotorno. Stor. Letter. della Liguria Tomo ii pag. 155.