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scuola, preferisco di far precedere la menzione d’altri celebri matematici ed astronomi. Ed uno è Gherardo, appellato di Cremona, e anche di Sabbioneta, o se cremonese perchè oriondo di Sabbioneta, o se veramente nato a Sabbioneta perché vissuto poi a Cremona. Checchè sia, fu buon consiglio del Principe Boncompagni di appellare Cremonese il più antico de’ due famosi Gherardi, e dire l’altro da Sabbioneta, per distinguerli così l’uno dall’altro. La qual distinzione non fatta ne’ secoli passati fu cagione che confusi rimanessero quasi in una sola persona, e non poca incertezza vi sia nell’attribuire all’uno o all’altro opere che portano scritto il nome di Gherardo Cremonese. Ma già il Tiraboschi avea messa in chiaro la diversità degl’individui fioriti in due secoli diversi, e successivamente, sicchè il secondo forse non era nato quando più che settuagenario moriva il primo.

Quest’altro Gherardo adunque, appartenente al secolo xiii, e che alcune cose certamente scrisse dopo passata la metà di questo secolo, fu pe’ suoi tempi astronomo valente. Gli furono attribuite alcune traduzioni dall’arabo, le quali è assai verisimile fossero fatte più tosto dal più antico suo omonimo. Ma opera certamente sua fu la Theorica planetarum, molte volte stampata, e che lungo tempo fu tenuta in conto di libro classico; e fu tradotta anche in ebraico da Giuda ben Samuele, soprannomato Astruc Salom. Scrisse ancora una Practica o Praxis planetarum, conservata manoscritta, ed una Geomanzia Astronomica che, tradotta in francese da certo de Salerne, ebbe il non meritato onore di parecchie ristampe fattene a Parigi negli anni 1615, 1661, 1663, 1669, 1687. Ho voluto notare questi millesimi, posteriori in parte alle scoperte del Galilei, e riferentisi al secol d’oro delle lettere francesi, affinchè vedendo