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TERZO - ALCIONE |
odor di meliloto il miel dall’ombra,
colato nei mondissimi vaselli
ove la man spremette i fiali pregni.
Ei ragiona e travaglia;
40e il flavescente culmo non si spezza.
A quando a quando mira
come chi attenda segni.
Ode sciame che romba.
Ei parla di battaglia
45che han l’api in loro ostelli
per signorie lor nuove.
Gli luce nella barba e ne’ capelli
alcun filo di paglia
che il suo parlar commuove.
50Al sole oro non è che tanto luca.
Appesa alla sua bocca che s’immézza,
presso l’aroma della sua saggezza,
l’anima nostra è come la festuca.
BEATITUDINE.
“C
OLOR di perla quasi informa, qualeconviene a donna aver, non fuor misura.„
Non è, Dante, tua donna che in figura
della rorida Sera a noi discende?
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