Pagina:D'Annunzio - L'Isottèo-La Chimera, Milano, Treves, 1906.djvu/83

e amaron poetare.
Qui non s’ode Bacchilide cantare,
non Saffo, non Alceo di Mitilene.
Ma s’odono i leuti fiorentini.

45O musici, toccate li strumenti
con più dolcezza, poi che a’ lauri in cima
è la luna novella.
Cantate, o gentildonne, a cui la rima
fiorisce in amorosi allettamenti
50a sommo de la bocca picciolella.
Sicchè di su l’altura,
udendo suoni e canti a la ventura,
veggendo faci, dicano le genti:
— Torna forse Brisenna a’ suoi festini?