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50.  Allora il Re disse: Conducetemi quest’uomo. Quando il messaggio venne da Giuseppe, costui gli disse: Torna dal tuo padrone, e dimandagli ciò che volevano fare quelle donne che si tagliavano le dita. Il mio Signore (Dio) conosce perfettamente le loro mire.

51.  Il Re domandò allora a queste donne. Che volevano dire quelle istanze per far cedere Giuseppe ai vostri deriderj? Dio ci guardi! risposero; egli non ha commesso alcun peccato, per quanto noi sappiamo. E la moglie dell’Aziz (governatore dell’Egitto) soggiunse: Ora la verità si è mostrata al chiaro; sono io che aveva istigato Giuseppe al male; egli ha parlato sempre il vero.

52.  Giuseppe allora disse: Sappia ora (il mio antico padrone) che io non l’ho tradito nella sua assenza. Dio non conduce a buon fine le macchinazioni dei traditori.

53.  Io non mi dirò neppure (interamente) innocente; la passione trascina al male1, salvo che Dio abbia pietà di noi; ma Dio è indulgente e misericordioso.

54.  Il Re disse allora: Conducetemi Giuseppe, lo prenderò al mio servizio particolare. E quando gli ebbe dirette alcune parole, conchiuse: Da oggi in poi sarai presso di noi investito d’autorità, e della nostra fiducia.

55.  Giuseppe gli disse: Datemi l’amministrazione dei magazzini del paese, io li conserverò con intelligenza.

56.  Così noi abbiamo stabilito solidamente Giuseppe in questo paese; ei poteva andare ad abitare dove gli piaceva. Noi colmiamo de’ nostri favori quei che vogliamo, e non facciamo mancare la ricompensa degli uomini che fanno il bene.

57.  Ma la ricompensa della vita futura è preferibile per quei che credono, e che temono Dio.

58.  Accadde che i fratelli di Giuseppe vennero in Egitto, e si presentarono dinanzi a lui: egli li riconobbe; ma essi non lo riconobbero.

59.  E quando li ebbe forniti delle loro provvisioni, lor disse: Conducetemi il fratello che è rimasto con vostro padre. Non vedete che io vi faccio buona misura, e che ricevo bene i miei ospiti?

60.  Se non me lo condurrete non avrete più granaglie; senza di lui badate di ricomparirmi dinanzi.

61.  Ci sforzeremo, dissero, d’ottenerlo da nostro padre, e faremo di tutto per riuscirvi.

62.  Poi Giuseppe disse alle sue genti: Mettete la valuta del loro grano fra i loro arnesi; forse se ne avvedranno al loro arrivo in casa, e torneranno qui (per renderla).

63.  Quando furono ritornati dal loro padre, gli dissero: Ci si niegherà in avvenire il grano (in Egitto). Lascia venire nostro fratello con noi, e l’otterremo. Noi avremo cura di lui.

64.  Dovrò dunque affidarvi ancor questo, come vi affidai altra volta il suo fratello (Giuseppe)? Dio è il miglior custode, egli è il più clemente.

65.  E quando disfecero i loro arnesi trovarono che il prezzo del grano era stato reso loro. Padre nostro, dissero, che possiamo desiderare di più? Ecco il prezzo del nostro grano ci è stato reso; noi ci ritorneremo per comperare le

  1. I commentatori appoggiandosi su questo versetto del Corano e sul versetto 24 e anche più su i racconti degli ebrei, dicono che Giuseppe nonostante l’apparizione dell’angelo Gabriele era vicino a cedere all’istigazioni della donna, e non riprese l’impero sulla sua passione, che quando l’ombra del suo padre Giacobbe gli comparve, e battendolo sull’estremità delle dita, gli dissipò i desiderj che si erano impadroniti di lui.