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XXXVI. Macellari posti in una bilancia, sull’altro piatto della quale è un peso enorme. I demoni sbatton loro sul viso trippe fradicie, e li pestano sul bancone come per farne salsicce.

Questo è l’inferno del Mattioti, nel quale è appena necessario notare il disordine della distribuzione, la povertà dell’immaginazione, la ripetizione continua delle stesse pene per peccati diversi. Il disordine giunge a tal segno, che i Bestemmiatori sono puniti due volte, nei cerchi IV e XXII.

Ma non voglio tralasciar di osservare, che nel «luoco de socto», cioè nel più profondo abisso, dove sono «le infinite magiure pene», sono puniti i bestemmiatori, gl’idolatori, i falsi predicatori e i medici che uccidono i bambini per salvar le madri nel parto; cioè sono puniti colle pene più atroci tutti quelli che in un modo o in un altro hanno recato offesa al dogma, come già avevo notato più sopra; e fra costoro, nel più profondo abisso dell’inferno, gemono gli osti che metton l’acqua nel vino: eloquente manifestazione, forse, d’un sentimento e d’una indignazione personale.

Per la storia del costume, è da notare che un secolo dopo di Dante e del calunniato Boccaccio, un sacerdote, e in Roma, pone all’inferno tra i non battezzati i bambini nati dall’unione illecita di sacerdoti e di frati con monache; che per significare adultere è detto semplicemente «Maritate»; che quattro secoli prima di Marcello Prévost, un parroco romano condannava all’inferno le demi-vierges, col nome più espressivo, forse, di «vergini paççe

Quanto al Mattioti, da ultimo, è opportuno ricordare, che non scrisse per ispirito di vendetta questo inferno, dove non è mai fatto nome d’alcuno; e un sacerdote morto da poco punito pel peccato della gola appare con un panno innanzi agli occhi, benchè, in questo caso, l’allusione dovesse essere assai trasparente.

Più brevemente il buon parroco tratta del Purgatorio, «loco di speranza» come è detto nella scritta sull’entrata, e diviso anch’esso in tre parti, il luogo mundativo, il purgativo, il meritorio, dove le anime sono vigilate da angeli. L’anima purgata è condotta dal suo angelo nel «syno de Abraaz», specie di paradiso terrestre, e quindi dal seno di Abraaz trasportata nel regno