Pagina:Contributo alla storia della letteratura romanesca.djvu/14

14
VI 3 tre virtù teologali rosso, carità
verde, fede
vermiglio, speranza
VII 12 dodici articoli di fede vari
VIII 5 pena e martirio della Croce rosso acceso
IX 7 sette opere di misericordia
X 10 dieci comandamenti vari
XI 1 Carità di Dio candidissimo
XII 4 onestà, benignità, pudore, discretezza violetti

Dello stesso genere è la terza corona, composta di dodici pietre preziose:

pietre simbolo colore
I. diamante fortezza
II. carbongio amore infocato
III. zaffiro costanza
IV. smeraldo obbedienza
V. balascio magnilucenza
VI. berillo recordante memoria
VII. calcedonio sardonico intelletto misto
VIII. granata volontà
IX. crognola virilità
X. turchese verità
XI. topazio conservazione
XII. coppe di zaffiro sapienza

E quanto ai primi trattati credo che basti.

Il terzo e quarto trattato contengono una rappresentazione dell’inferno e del purgatorio colla guida dell’arcangelo Raffaello.

Il medio evo fu assai ricco in questo genere di rappresentazioni, che trovarono nel genio di Dante l’espressione più solenne e completa. Dei precursori di Dante molti si sono occupati, ma dei successori non è ancora fatta la storia. Credo, però, che questo del Mattioti segni l’ultimo informe tentativo di simili rappresentazioni, lasciando da parte «le Visioni» di Alfonso Varano e i poemetti del Monti, che a metterli insieme colle visioni medioevali sarebbe un po’ grossa.