46Tu te n’andrai con questo antivedere;
Se nel mio mormorar prendesti errore,
Dichiareranti ancor le cose vere.
49Ma dì, s’io veggio qui colui che fore
Trasse le rime nove, incominciando:12
Donne, ch’avete intelletto d’amore.
52Et io a lui: Io mi son un che, quando
Amore spira, noto, et a quel modo3
Che ditta dentro, vo significando.
55O frate, issa vegg’io, disse egli, il nodo4
Che il Notaro, e Guittone, e me ritenne
Di qua dal dolce stil novo ch’io odo.
58Io veggio ben come le vostre penne
Di dietro al dittator sen vanno strette,
Che de le nostre certo non avvenne.
61E qual più oltre a riguardar si mette,5
Non vede più dall’uno all’altro stilo;
E quasi contentato si tacette.
64Come li augei, che vernan lungo ’l Nilo,6
Alcuna volta di lor fanno schiera,7
Poi volan più in fretta e vanno in filo;
67Così tutta la gente che lì era,
Volgendo ’l viso raffretta ’l suo passo,8
E per magrezza e per voler leggiera.
70E come l’om che di trottar è lasso,
Lassa andar li compagni, e si passeggia9
Fin che si sfoga l’affollar del casso;10
- ↑ v. 50. C. A. le nuove rime cominciando:
- ↑ v. 50. C. M. cominciando
- ↑ v. 53. C. A. Amor mi spira noto, e
- ↑ v. 55. Issa; ora, dall’ipsa latino, suppostovi hora. E.
- ↑ v. 61. C. A. più a guardare oltre
- ↑ v. 64. C. A. verso il Nilo,
- ↑ v. 65. C. A. volta in aer fanno
- ↑ v. 68. C. A. raffrettò suo
- ↑ v. 71. C. M. C. A. Lascia
- ↑ v. 72. C. A. sfoghi