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lumen facit potentia visibilia actu visa. Nelle quali parole si dimostra che lo intelletto è simile a lume, e così si trova spesse volte nominato dalli autori, quando per vocabulo di lume, quando di luce, quando di fuoco, quando di favilla e quando di fiamma. Onde Boezio nel libro terzo della Filosofica Consolazione nel verso xi dice: Quisquis profunda mente vestigat verum, Cupitque nullis ille deviis falli, In se revolvat intimi lucem visus. Et in quello medesimo: Haeret profecto semen introrsum veri, Quod excitatur ventilante doctrina. Ecco che lo intelletto chiama luce. E Virgilio nel sesto della sua Eneide dice: Igneus est ollis vigor, et coelestis origo Seminibus, quantum non noxia corpora tardant, Terrenique hebetant artus, moribundaque membra. Et Orazio In carminibus secondo la sentenzia del primo libro delle Trasformazioni d’Ovidio dice: Audax Japeti genus Ignem fraude mala gentibus intulit. Dice con malo inganno, perchè lo furoe al sole, sì come finge lo poeta. Adunque bene appare che li autori sotto li preditti vocabuli, secondo similitudine intendeano lo intelletto. Similemente intendesi sotto li preditti vocabuli la verità, la quale si proferisce alcuna volta sotto nome di favilla. Onde Boezio nell’ultima prosa del primo libro della preallegata opera dice: Nihil igitur pertimescas: Iam tibi ex hac minima scintillula vitalis calor illuxerit. Sopra la quale parola dice lo suo espianatore frate Nicolao Traveth, che per la minima favilla s’intende per questa piccola verità, e quello che ora dice minima favilla, di sopra chiamò grandissimo principio della nostra salute1: però che li princìpi, minimi sono in quantità; ma grandissimi in virtù. Questo dice Traveth. Affermasi ancora che la verità si chiama favilla per lo prefato Boezio nel terzo libro della ditta opera, nella prosa duodecima, dove dice: Sed vis ne rationes ipsas invicem collidamus? forsan ex hujusmodi conflictatione pulcra quaedam veritatis scintilla dissiliet. Adunque bene
- ↑ Maximum tuae fomitem salutis. Boezio Lib. I. Pros. cit.