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c o m m e n t o |
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conobbi Ettore et Enea. Enea appare chi fosse per quello che è detto di sopra; cioè che fu figliuolo d’Anchise troiano, il quale fu virtuosissimo, come mostra Virgilio nella sua Eneida, e regnoe dopo il re Latino in Italia. E con Enea regnarono innanzi che si facesse Roma xv re1, 152 anni successivamente; cioè Enea primo ch’edificò Lavinio; lo secondo Ascanio figliuolo del detto Enea e della moglie troiana Creusa, lo quale fece Alba; il terzo Silvio Postumo figliuolo d’Enea, e di Lavina figliuola del re Latino; il quarto Silvio Latino fratello di Silvio Postumo; lo quinto Silvio Enea figliuolo di Silvio Postumo; il sesto Silvio Alba figliuolo di Silvio Enea; il settimo Silvio Atis; l’ottavo Silvio Capis; il nono Silvio Capeto; lo decimo Silvio Tiberino, dal quale lo fiume fu chiamato Tevere, che prima si chiamava Albula: imperò che in quello annegò; l’undecimo Silvio Agrippa; il duodecimo Silvio Romolo; il tredecimo Silvio Aventino, dal quale uno delli sette monti che sono dentro in Roma, si chiama Aventino, il quale2 in esso fu sepulto; il quattordecimo Silvio Procas; il quindecimo Silvio Amulio, e di questo Silvio Amulio furono nipoti Romolo e Remo, i quali edificarono Roma, e dopo Romolo regnarono vii re, in fino a Tarquino Superbo in Roma, il quale fu ultimo: e poi ressono la repubblica li consoli. Lo primo re fu Romolo, poi con lui Tazio sabino; ma Romolo rimase, poi Numa Pompilio, poi Anco Marzio, poi Tullo Ostilio, poi Tarquino Prisco, poi Tullo Servio, poi Tarquino Superbo: et in costui finì lo regno per la ingiuria fatta dal suo figliuolo Sesto a quella nobilissima donna chiamata Lucrezia. E regnarono questi sette re in tutto dalla edificazione della città, infino alla cacciata di Tarquino Superbo anni ccxliiii. Ettor fu figliuolo del re Priamo, il quale discese da Dardano ancora dall’altro fratello; cioè Ilo che fu figliuolo d’Erittonio figliuolo di Dardano, sì che Ilo fu nipote di Dardano, e fratello di Troe onde discese Anchise padre d’Enea, come già è detto di sopra; ma da Ilo discese Titono e Laumedon; e di Laumedon, il detto re Priamo; e di Priamo, Ettore, lo quale fu arditissimo e gagliardissimo, e fu morto per difendere la patria da Achille greco, come appare nelle istorie troiane. E così Enea morì per difendere la patria, che avea fatta nuova in Italia, contro Turno che lo infestava: imperò che cavalcando e passando il fiume Numicio v’annegò dentro, e perchè non si trovò il corpo suo dissono ch’era deificato. Cesare armato con li occhi grifagni. Questo Cesare fu romano, e discese della stirpe d’Ascanio Giulio figliuolo di Enea, e però fu chiamato Giulio, e fu il primo che solo tenesse la signoria del mondo ch’aveano i Romani: e perchè fu uomo battagliere,
- ↑ C. M. si facesse Roma dieci re,
- ↑ C. M. perchè in esso