Pagina:Chiarini - Dalle novelle di Canterbury, 1897.djvu/355

282 novella

vola misurerebbero un po’ piú l’appetito. Ma purtroppo il gozzo e il palato li spingono a girare da un capo all’altro del mondo, per terra, per mare, per aria, in cerca di un boccone ghiotto e di una bevanda squisita. E tu ne sai qualche cosa, o S. Paolo! Egli dice infatti: Dio distruggerà il cibo del ventre e il ventre del cibo. Ah! Fa proprio ribrezzo, in fede mia, il pensare che l’uomo beve, del bianco e del rosso, fino al punto da fare della gola uno strumento di turpe stravizio. Sentite che cosa dice l’Apostolo, piangendo: “Passeggiano molti su questa terra, come vi dicevo (e parlandone, ora mi viene da piangere), che sono nemici della croce di Cristo: fine dei quali è la morte, e Dio il ventre4„. O ventre, o pancia, tu sei un fetido sacco pieno di sterco e di putridume. Da ogni tua parte non si sprigiona che un rumore schifoso. Quanta fatica e quanto denaro ci vuole per trovare il tuo fondo! Povero cuoco, quanto deve affaccendarsi a pestare, spremere, tritare, per ridurre e trasformare la sostanza che deve saziare il tuo ingordo