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del mercante d’indulgenze 281


Seneca ha ragione davvero quando dice che egli fra un uomo che ha perduto il cervello ed uno che è ubriaco non vede altra differenza che questa: che la pazzia, quando coglie un disgraziato, dura piú a lungo della ubriachezza3.

O maledetta gola, tu fosti la prima causa della nostra rovina, tu fosti l’origine della nostra dannazione, finchè Cristo ci riscattò col suo sangue. Guardate un po’, per farla corta, come ci costò salata la maledetta colpa di Adamo, per causa della quale tutto il mondo fu corrotto.

Il padre nostro Adamo fu cacciato insieme con sua moglie dal paradiso, e costretto a lavorare e a soffrire, proprio per la gola che lo vinse. Perché fino al giorno in cui restò digiuno, egli rimase in paradiso; e ne fu cacciato, per andare in mezzo ai guai e alle pene, solo quando assaggiò il frutto proibito di quel tale albero. O, ingordigia, non senza ragione gli uomini dovrebbero lamentarsi di te!

Se essi sapessero di quanti mali sono cagione l’intemperanza e la crapula, a ta-