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268 prologo


Padron mio carissimo, la tua è stata davvero una pietosa storia. Basta, non c’è che fare: tiriamo avanti. Dunque, caro dottore, io prego Dio che ti conservi la salute, e protegga, insieme col tuo Ippocrate e il tuo Galeno, anche le tue boccette d’orina e i tuoi barattoli. Prego Dio e Maria Vergine che s’abbiano in gloria tutte le tue scatole di pillole. La mia osteria faccia affari d’oro, quant’è vero che tu sei una persona proprio come si deve, e alla pari di un prelato, per S. Roniano2.

Dico bene! Compatiscimi, sono un povero oste, e parlo come so: volevo dire, insomma, che la tua novella mi ha fatto proprio male. Mi sento un non so che qui al cuore. Corpus Domini, se non ci rimedio con un buon bicchiere di birra, e se qualcuno non racconta subito una novella un po’ piú allegra, va a finire che mi viene il crepacuore per quella povera ragazza. Mio bel amy, mercante di indulgenze, questa volta tocca a te. Da bravo: raccontaci qualche barzelletta che ci metta un po’ di allegria.„