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del chierico di oxford. 263

donna di Bath1 (che Dio salvi lei e tutta la sua discendenza, poiché la sua morte sarebbe una gran perdita), vi dirò allegramente, e con tutta la mia vena, una canzone che vi metterà, se non m’inganno, di buon umore. Lasciamo, dunque, ogni argomento serio, e state a sentire la mia canzone, che incomincia cosí.

Griselda è morta, e con lei anche la sua pazienza: l’una e l’altra giacciono sepolte in Italia: perciò, lo dico a tutti, a nessun marito venga in mente di sperimentare la pazienza di sua moglie, nella speranza di trovarla una Griselda: ché certamente resterebbe deluso.

E voi, signore mogli, se siete davvero prudenti, non lasciate che l’umiltà vi inchiodi la lingua: e non fate che un letterato debba scrivere anche di voi una storia cosí meravigliosa, come quella della buona e paziente Griselda; altrimenti finirete in bocca a Chichevache2.

Fate come l’eco, che ha sempre pronta la risposta: guardate di non essere vittime della vostra innocenza, e sappiate farvi va-