Pagina:Chiarini - Dalle novelle di Canterbury, 1897.djvu/281

208 novella

che la vostra novella non finisca per farci addormentare.

Raccontateci qualche piacevole avventura; le vostre frasi, i vostri fronzoli, e le vostre figure rettoriche, tenetevele in serbo per quando sarà il caso di fare dello stile sublime, come quando si scrive a qualche re. Per ora, ve ne prego, parlate in modo che noi possiamo intendere quello che dite. —

Il valente chierico rispose benignamente, e disse: “Signor oste, io sono sotto la vostra autorità; noi tutti siamo affidati alle vostre mani; perciò eccomi pronto, senza dubbio, ad obbedirvi in tutto quello che posso. Vi racconterò una novella che ho imparato a Padova da un’illustre letterato, parlatore e scrittore famoso, il quale ora, Dio gli dia pace, è morto e sotterrato. Questo letterato si chiamava Francesco Petrarca; ed era precisamente il poeta laureato che con la sua dolce parola irraggiò di poesia tutta l’Italia, come Liniano20 la illustrò con la filosofia, la legge, ed altre scienze speciali; ma la morte che non vuole lasciarci stare in questo mondo per più di un batter d’oc-