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96 | novella del cavaliere. |
rose, svolazzavano le sacre colombe. Dinanzi le stava il figlio Cupido, con le ali alle spalle e la benda agli occhi, armato dell’arco e di frecce lucide e appuntate.
Perché non vi dovrei descrivere, ora, anche le figure effigiate nel tempio di Marte rubicondo? Tutta intera una parete rappresentava l’interno del gran tempio di Marte in Tracia, nell’aspra regione dove il Dio ha il suo regno.
Prima di tutto si vedeva una foresta, di vecchi alberi nodosi e senza foglie, irta di orribili rami, abbandonata dagli uomini e dalle belve. E dal fondo pareva si sprigionasse un rumore sordo, come di un uragano che schiantasse tutto. In basso, ai piedi di un colle sorgeva il tempio di Marte bellicoso, tutto d’acciaio brunito, con un’entrata cosí lunga e stretta, che metteva paura. E di là dentro si scatenava una tale tempesta,12 che tutte le porte del tempio tremavano. I muri non avevano finestre, per cui penetrasse un raggio a rompere l’oscurità; solo l’ingresso era illuminato dall’aurora boreale13. La porta era tutta di diamante, attraversata, per