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note. 335


(8) L’espressione del testo è questa: non ne sa più di quello che ne sappia un cuculo o una lepre (sche woot no more, than wot a cuckoo or an hare).

(9) La frase non troppo chiara: he may go pypen in an ivy leef (deve andare a suonare la piva in una foglia d’ellera) è tolta da qualche antico modo proverbiale. A me l’idea della piva, contenuta nel verbo pipen, ha suggerito la nostra efficace espressione popolare, che non mi sembra qui male appropriata.

(10) Il testo dice un carretto pieno d’oro (of gold a fother).

(11) A citole. Che per questa parola si debba intendere uno strumento è ammesso, facilmente, da tutti: ma in che cosa questo strumento consista, nessuno lo spiega. Il Tyrwhitt (Op. cit. Gloss.) rimanda al dizionario del Du Cange alla voce Citola. e riferisce l’opinione del Hawkins (History of Music, vol. II. p. 106 n.) secondo la quale lo strumento qui nominato sarebbe una specie di dulcimello (Dulcimer).

(12) La lezione è incerta e varia. È chiaro però che qui si parla di un turbine impetuoso di vento.

(13) The northern light in at the dore schon. La fantastica immagine è del Chaucer: il Boccaccio (Tes. VII. 32 ) traduce, non troppo esattamente, da Stazic (Teb. VII. 45).

(14) Alla lettera: che pesavano una tonnellata: tonne greet (a great ton). Altri intende: che avevano la circonferenza di una botte (tun).

(15) Il testo dice, con espressione vaga ed oscura: il lamento armato (armed complaint).

(16) Letteralmente: mille che non erano morti di malattia, ma erano stati uccisi (a thousand, slaine, and not of qualme ystorve).