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novella del cavaliere. 93

dinate, all’altezza di sessanta passi l’una da l’altra in modo che chi stava seduto davanti, non impedisse di vedere a quello che gli era dietro. Si entrava nella lizza per due porte di marmo bianco, uguali precise, che guardavano una ad oriente e l’altra ad occidente. Insomma, per farvela corta, basti dire che non si era mai visto sorgere, in cosí breve tempo, sulla terra, un edificio come quello. Poiché quanti ingegneri pittori e scultori erano in Atene, tutti furono chiamati da Teseo, e mantenuti a sue spese, per costruire l’anfiteatro e dirigere i lavori. Sopra la porta ad oriente fece costruire una cappella con un altare, in onore di Venere, dea dell’amore, per celebrarvi i suoi riti, e fare i debiti sacrifici; sopra quella ad occidente ne fece costruire un’altra compagna per onorare la memoria di Marte, e tutti e due costarono una somma favolosa10. Una terza, poi, in onore di Diana, pudica e casta dea, Teseo fece innalzare con grande magnificenza, dentro una piccola torre, che si levava sul muro di cinta verso il Nord