Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
[232-235] | Compagnia, buona e cattiva | 61 |
232. Comes facundus (o jucundus) in via pro vehiculo est.1
Ma bisogna andare cauti nello scegliere i propri compagni, e per prima cosa procurarseli adatti alle occupazioni attuali, che conviene di stare
233. ....Nella chiesa
Coi santi, ed in taverna coi ghiottoni.
e poi fuggire, come dal fuoco, i tristi compagni, dai quali niente si guadagna, giacchè
234. Corrumpunt bonos mores colloquia mala.2
è la Bibbia che ce ne ammonisce; ovvero come scrive Tertulliano (Ad uxor., I, 8): Bonos corrumpunt mores congressus mali.
235. Tres faciunt collegium.3
è una massima giuridica che il Digesto (L. 16: De verbor. signif., 85) attribuisce a Nerazio Prisco, console e giureconsulto romano (vissuto verso l’anno 100 dopo C.), e che originariamente vuol dire che una società per essere giuridicamente costituita deve constare almeno di tre individui; si usa molto a proposito per le compagnie di tre persone che sembrano più complete e più geniali di quelle più numerose o meno. Infatti è certo che in troppi non si sta mai bene, e il proverbio non a torto dice: Poca brigata vita beata. Ma qualche volta anche a essere in troppo pochi non è prudente; occhio dunque anche a certe pericolose compagnie, più pericolose della solitudine o della molta compa-