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756 | Chi l’ha detto | [2130-2133] |
parole che si dicono scherzosamente o per ironia, trattandosi di cose o lavori che non progrediscono, di guai che non vogliono migliorare, ecc. ecc.; e sono parole della cosiddetta dossologia breve o minore (o Gloria Patri) che per antico uso, di cui sono incerte le origini, si recita nella liturgia della messa in fine di ogni salmo, dopo l’introito (e chi non sa che «tutti i salmi finiscono in gloria»?). Il testo della dossologia, quale si usa nel rito occidentale, è: «Gloria Patri, et Filio, et Spiritui sancto; sicut erat in principio, et nunc, et semper, et in sæcula sæculorum. Amen.» E le parole Sicut erat in principio, ecc., vuolsi siano state aggiunte dal Concilio Niceno nel 325 per confutare l’errore degli Ariani, i quali sostenevano che il Figliuolo di Dio fosse cominciato nel tempo, non fosse stato ab æterno.
2130. Ait latro ad latronem.1
Con queste parole comincia la terza antifona delle Laudi in fine dell’Ufficio del Venerdì Santo (Feria VI in Parasceve): l’uso volgare le ha usurpate in senso beffardo; non meno delle altre del Salmista:
2131. De populo barbaro.
usate correntemente nella frase «cose de populo barbaro» di cui tutti sanno il significato e che appartengono a uno dei salmi più noti, il 113 (v. 1): «In exitu Israel de Aegypto, domus Jacob de populo barbaro» (cioè, quando Israele si partì dall’Egitto e la casa di Giacobbe si allontanò da un popolo barbaro).
Qui troverà anche luogo, per l’atto sconcio che esprime, il verso dantesco:
2132. Le mani alzò con ambedue le fiche.
e qui ugualmente il verso del Berni:
2133. Andava combattendo, ed era morto.
Narra messer Franc. Berni nell’Orlando Innamorato (c. LIII, ott. 60) di Orlando che accorso in aiuto di Carlomagno alle prese
- ↑ 2130. Disse un dei ladri all’altro ladro.