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[1733-1737] | Tempo, ponderatezza, riflessione | 579 |
tito. Dello stesso aureo secolo di Augusto, donde abbiamo citato Orazio, possiamo citare anche Ovidio e Virgilio; questi dice:
1733. Fugit interea, fugit inreparabile tempus.1
(Virgilio, Georgiche, lib. III. v. 284).
(confr. Seneca. Epistolae, 108, 24); quegli:
1734. Labitur occulte, fallitque volubilis aetas.2
(Ovidio, Amores, lib. I, eleg. 7, v. 49).
E anche il nostro maggior Poeta:
1735. Vassene il tempo, e l’uom non se n’avvede.
(Dante, Purgatorio, c. IV, v. 9).
Gl’inglesi che sono gente pratica e sanno far buon uso del tempo, hanno quella massima ormai divenuta proverbiale, e nota anche a coloro, inglesi e non inglesi, i quali non pensano ad osservarla.
1736. Time is money.3
che ha origine in una sentenza di Teofrasto, conservataci da Diogene Laerzio (V, 2, 40): Πολυτελὲς ὰυάλωμα εὶναι τον χρόυου. Francesco Bacone negli Essayes (Of Dispatch, 1620) dice : «Time is the measure of business, as money is of wares», di qui ebbe origine il proverbio inglese.
1737. Le temps est un grand maître.4
è un emistichio di un verso di Corneille nel Sertorius (a. II, sc. 4, v. 717):
Le temps est un grand maitre, il règle bien des choses. |
Ma fu proprio Corneille il primo che lo disse? Certamente egli non fu il primo a pensare che il tempo accomoda molte cose, Come