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[1577-1582] | Schiettezza, verità, bugia, simulazione, ecc. | 531 |
1577. .... A franco
Parlar risponderò franche parole.
E cosi parlava il Petrarca che nella Canzone ai Grandi d’Italia (XVI dell’ed. Mestica, str. 4) diceva:
1578. Io parlo per ver dire
Non per odio d'altrui nè per disprezzo.
e così parlava pure Boileau autore del noto verso:
1579. J'appelle un chat un chat, et Rolet un fripon.1
(Satire Ire, v. 52).
Si sa la curiosa avventura capitata a Boileau a causa di questo verso. Carlo Rolet, cui egli dava così francamente del furfante, era procuratore al parlamento, uomo universalmente odiato ma molto fiero, per cui Boileau non ebbe il coraggio di attaccarlo a riso aperto, e per sviare il risentimento di lui, mentre nella edizione originale delle satire aveva sostituito un altro nome, lo ristabilì nella seconda, ma fece stampare di contro a questo verso, sotto forma di nota marginale, C’est un hôtelier du pays Blaisois. Ma disgrazia volle che per l’appunto vicino a Blois ci fosse un albergatore che si chiamava Rolet, il quale naturalmente non trovò di suo gusto il complimento fattogli da Boileau, e voleva bastonare il poeta, che a gran fatica riusci ad accomodare la seccante faccenda.
Che la sincerità sia cosa rara, lo penserebbe anche il Salmista per il quale
1580. Omnis homo mendax.2
(Salmo CXV, v. 2).
Nulla dunque di più comune della bugia, dappoichè:
1581. Non è sempre d'accordo il labbro e il core.
(Metastasio, Siroe, a. I, sc. 6).
ciò che non accadrebbe
1582. Se, come il viso, si mostrasse il core.
(Ariosto, Orlando furioso, c. XIX, ott. 2).