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[1524-1526] | Sapere, studio, ignoranza | 515 |
Ma la scienza moderna non vuol saperne di questi vincoli imposti al suo libero esame. Essa si ribella, e innalza un inno al mitico Satana, che spinse i nostri primi progenitori ad assaggiare i frutti dell’albero della scienza, promettendo loro:
1524. Eritis sicut dii, scientes bonum et malum.1
Qui il poeta inneggia:
1525.
Salute, o Satana,
o ribellione,
o forza vindice
della ragione!
E nel medesimo ordine d’idee restava lo stesso Carducci, ammonendo che
1526. Scienza è libertà.
nella magnifica epigrafe che nell’atrio dell’Università di Bologna fu posta nel 1870 alla memoria degli studenti morti per la libertà e per la patria. Dice l’intiera iscrizione:
Fratelli,
per diverse terre le vostre ossa
per l’Italia tutta il nome,
ma la religione di voi è qui
e passa
di generazione in generazione
ammonendo
che scienza è libertà.
(Opere di G. C., Ceneri e faville, ser. I, Bologna, 1891, pag. 76).
Sciogliendo i simboli, è certo però che la fede molte e molte volte si è trovata in contrasto con quel desiderio naturale di sapere, che Dante chiamò:
- ↑ 1524. Sarete come Dei, conoscitori del bene e del male.