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[1298-1300] Preti, sacerdoti, chiesa 439


Vuolsi che fosse intercalare comune a Leone X. specialmente parlando col fratello Giuliano, di dire:

1298.   Godiamoci il papato, poiché Dio ce l’ha dato.

Vedasi nelle Relazioni degli ambasc. veneti, pubbl. da E. Albèri (Firenze, 1846), ser. II, vol. III, a pag. 51, la relazione di Marino Giorgi. Anche di Martino IV, che fu papa dal 1281 al 1285, e di cui Dante (Purg., XXIV. v. 23-24) dice che nel Purgatorio:

                                        ....purga per digiuno
          L’anguille di Bolsena e la vernaccia.

narra Jacopo della Lana, commentando i predetti versi: «Fu molto vizioso della gola, e fra l’altre ghiottonie nel mangiare ch’elli usava, facea tôrre l’anguille del lago Bolsena, e quelle facea annegare e morire nel vino della vernaccia, poi fatte arrosto le mangiava; ed era tanto sollecito a quel boccone, che continuo ne volea, e faceale curare e annegare nella sua camera. E circa lo fatto del ventre non ebbe nè uso nè misura alcuna, e quando elli era bene incerato dicea:

1299.   O sanctus Deus, quanta mala patimur pro Ecclesia sancta Dei.»1

Le quali parole sono diventate presso che proverbiali, poichè il commento Laneo è forse il più noto dei commenti danteschi, essendo a stampa sin dal secolo xv.

Sentenze popolari e notissime intorno al Sommo Pontefice e ai suoi attributi, non mancano; eccone alcune:

1300.   Tu es Petrus, et super hanc petram ædificabo Ecclesiam meam et portæ inferi non prævalebunt ad versus eam.2

(Evang. di S. Matteo, cap. XVI, v.18).
  1. 1299.   O santo Dio, quanti mali soffriamo per la santa Chiesa di Dio!
  2. 1300.   Tu sei Pietro, e sopra questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte dell’inferno non avran forza contro di lei.