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400 Chi l’ha detto? [1212-1215]


1212.   Obstupui, steteruntque comae, et vox faucibus haesit.1

(Virgilio, Eneide, lib. II, v. 774: ripet. nel lib. III. v. 48).

come succede ad Enea quando incontra lo spettro di Creusa e quando la voce di Polidoro a lui parla attraverso i rami del lacerato mirto.

Esempi famosi di animo imperterrito e ardito sono ricordati nelle seguenti frasi, delle quali per ragione cronologica verrà prima questa che parla della favolosa prodezza di Orazio Coclite:

1213.   Orazio sol contra Toscana tutta.

(Ariosto, Orlando furioso, c. XVIII, ott. 65).

Anche il Petrarca (Trionfo della Fama, canto I, v. 80-81) lo aveva chiamato:

                         ....Quel che solo
          Contra tutta Toscana tenne il ponte.

1214.   Cæsarem vehis Cæsarisque fortunam.2

è la famosa risposta di Giulio Cesare al marinaio Amiclo, che sorpreso dalla tempesta, mentre su fragile palischermo stava per fare segreta traversata da Durazzo a Brindisi, rifiutava di prendere il largo; e Cesare, presolo per la mano, lo conforta a non temere, e gli dice: Perge audacter, Cæsarem vehis, ecc. Plutarco nella vita di Cesare (cap. 38), Floro (4, 2, 37) e Dione Cassio (41, 46), hanno conservato memoria del fatto.

Assai più degna di ammirazione è la risposta di un altro cittadino, che nel darla, più che alla fiducia nella sua fortuna e nella sua audacia, s’ispirava all’amore per la diletta patria. Essa è la seguente:

1215.   Voi sonerete le vostre trombe, e noi soneremo le nostre campane.

Intorno alla quale Francesco Guicciardini, verso la fine del lib. I della Istoria d’Italia, narrando della calata in Italia di Carlo III re di Francia, e del suo ingresso in Firenze nel novembre 1494, e


  1. 1212.   Restai stupefatto, i capelli mi si drizzarono in testa, e la voce rimase soffocata in gola.
  2. 1214.   Tu porti Cesare e la fortuna di Cesare.