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[1063] Ostinazione, ricredersi, pentirsi 349


consulto francese Francesco Hotman, e alterata poi a mano a mano fino a diventare, quale oggi comunemente si cita. Ma nondimeno, pure non essendo autentica in tale forma, qualche fondamento deve avere, ipotesi non improbabile dato il carattere altiero dei baroni aragonesi: e in tal caso le origini potrebbero trovarsene nella formula di giuramento riportata nel cosiddetto Fuero Juzgo (stampato per la prima volta a Parigi nel 1579 da P. Pithou col titolo: Codicis legum Wisigothorum lib. XII) «Rey seras si feceries derecho, et si non fecieres derecho, non seras Rey. - Rex eris si recte facis, si autem non facis, non eris.» Queste stesse parole, Se no, no, hanno un posto anche nei fasti dell’italiano risorgimento, poichè si trovano già come epigrafe della famosa lettera di Gius. Mazzini a Carlo Alberto firmata Un italiano e pubblicata nel 1831 a Marsiglia con la falsa data di Nizza (cfr. con quello che il Mazzini stesso scrisse dell’avere scelto «per epigrafe il se no, no degli Aragonesi» nell’Appello alla concordia dell’opere ecc. in Scritti editi e inediti, ed. Daelli, vol. IX, pag. 243); quindi furono nobilmente usate da Daniele Manin il quale scriveva a Lorenzo Valerio nel settembre del 1855: «Io repubblicano, pianto il vessillo unificatore. Vi si rannodi, lo circondi e lo difenda chiunque vuole che l’Italia sia, e l’Italia sarà. Il partito repubblicano dice alla Casa di Savoia: Fate l’Italia, e sono con voi: se no, no. E ai costituzionali dice: Pensate a fare l’Italia e non ad ingrandire il Piemonte: siate Italiani e non municipali, e sono con voi: se no, no.» E ripeteva in altra lettera del 6 gennaio 1856: «Il partito nazionale, a mio avviso, dovrebbe dire: accetto la monarchia, purchè sia unitaria: accetto la casa di Savoia purchè concorra lealmente ed efficacemente a fare l’Italia. a renderla indipendente ed una. Se no, no».

Accanto alle sfide vere o apocrife che siano dei principi Aragonesi e dei Gesuiti, potremo mettere una parola rimasta celebre nella storia dell’italiano risorgimento:

1063.   Jamais!1

Nella seduta della Camera francese del 5 dicembre 1867. Eugenio Rouher, ministro di stato, rispondendo alle numerose interpel-


  1. 1063.   Mai!