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[960-963] Nazioni, città, paesi 305


960.   Adsuetum (que) malo Ligurem.1

(Virgilio. Georgiche, lib. II, v. 168).

che però deve intendersi per assuefatto alla fatica, e alla vita misera, perchè parco e laborioso, non abituato al mal fare, come per malizia o per scherzo talora s’interpreta.

Passiamo in Lombardia, dove potremo, date certe benigne circostanze (p. es. quando non piove o quando non c’è la nebbia), anche ammirare il cielo,

961.   Quel cielo di Lombardia, così bello quand’e bello.

(Manzoni, Promessi Sposi, cap. XVII).

Una entusiastica descrizione delle pianure lombarde l’abbiamo nel celebre coro dei Crociati, nel melodramma di Temistocle Solera, I lombardi alla prima crociata, musicato dal Verdi (a. IV. s2. 2), che comincia:

O Signore, dal tetto natio,

e dove sono i seguenti versi:

962.   O fresc’aure volanti sui vaghi
     Ruscelletti dei prati lombardi!...
     Fonti eterne!... purissimi laghi!...
     O vigneti indorati dal Sol!

Uno fra questi purissimi laghi è il:

963.   Vago Èupili mio.

che il Parini ricorda nell’ode La vita rustica (str. 5):

          Colli beati e placidi
          Che il vago Èupili mio,
          Cingete con dolcissimo
          Insensibil pendio.

e anche nell’ode La salubrità dell’aria (str. prima):

          O beato terreno
          Del vago Èupili mio.


  1. 960.   Il Ligure assuefatto a star male.

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