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298 Chi l’ha detto? [937-940]


In fondo non mi pare che fosse tanto stupido quel buon borghese di Torino che non capiva la passione dei viaggi, e fra le altre cose diceva:

937.    Le sitò.... tute a peuprè:
Na cà dsa, na cà dlà e an mes na stra.1

nel sonetto L’om machina, che è il primo di quei geniali quadretti dal vero intitolati Macëtte tourineise (1879), satira vivace della borghesia piemontese di Alberto Arnulfi, conosciuto anche sotto l’anagramma di Fulberto Alarni.

Bellissimo invero sarebbe il paese cercato da Lorenzo Stecchetti (Olindo Guerrini) nei Postuma, XXXVII:

938.         Conosci tu il paese
          Dove non s’è mortali,
          Dove alla fin del mese
          Non scadon le cambiali?

che poi dovrebbe essere il famoso paese di Cuccagna e di Bengodi, dove le vigne si legavano con le salsiccie, già noto anche agli antichi che credevano

939.   Hic porcos coctos ambulare.2

(Petronio, Satyr., XLV, 4).

Questo sarebbe veramente il paese ideale, il paese di cui potremmo giustamente dire con Orazio:

940.   Ille terrarum mihi præter omnes
Angulus ridet.3

(Odi, lib. ii, od. 6, v. 13-14).

Finchè un fortunato esploratore non abbia trovato questa benedetta regione, che ancora non figura su nessuna carta, converrà contentarsi di quelle che la Provvidenza e le Società Geografiche


  1. 937.   Le città.... tutte a un dipresso.... una casa da una banda, una casa dall’altra, e la strada nel mezzo.
  2. 939.   Qui passeggiano i porci belli e cotti.
  3. 940.   Quell’angolo di terra mi sorride più di qualunque altro.