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282 Chi l’ha detto? [883-885]


Fontenelle nei Dialogues des Morts ne dette una traduzione non fedele, ma gentilissima:

     Ma petite âme, ma mignonne,
Tu t’en vas donc, ma fille? Et Dieu sache où tu vas!
     Tu pars seulette et tremblotante, hélas!
     Que deviendra ton humeur folichonne?
     Que deviendront tant de jolis ébats?

883.   Memento mori.1

lugubre riflessione, nata forse presso gli antichi solitari della Tebaide, divenne poi come la parola d’ordine dei Trappisti (ordine di strettissima osservanza, fondato nel 1140, riformato dal famoso abate Rancé nel 1664), i quali per le loro Costituzioni dovevano ripeterselo di continuo, per avere di continuo presente l’immagine della morte. Anche la Bibbia nel libro dell’Ecclesiastico, cap. XXXVIII, v. 21, dice: Memento novissimorum.

Così gli Egiziani nei loro banchetti facevano portare attorno una bara: e agli Czar delle Russie era antico uso di presentare nel giorno della loro coronazione diversi campioni di marmi, fra i quali dovevano scegliere quello destinato alla loro tomba. Del resto chi non ricorda il versetto del dì delle Ceneri: Memento homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris? e le parole: Pulvis es ecc., sono tolte di peso dalla Bibbia e precisamente dal libro della Genesi, cap. III, v. 19.

Dalla Divina Commedia dell’Alighieri tolgo il verso in cui dice di Ercole che uccise a colpi di clava Cacco, il ladrone dell’Aventino:

884.   Gli ne diè cento, e non sentì le diece.

(Inferno, c XXV. v. 33).

e l’altro in cui parla, non di un morto, ma al contrario di qualcuno che è vivo, e vivo bene:

885.   E mangia e bee e dorme e veste panni.

(Inferno, c. XXXIII. v. 141).

Costui è Branca d’Oria che non morì unquanche. Visse infatti fin dopo il 1300: ma Dante lo mise lo stesso all’Inferno.


  1. 883.   Rammentati che devi morire.