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274 | Chi l’ha detto? | [854-857] |
sufficit diei malitia sua»; ed è frase attribuita a Gambetta quella che Chaque jour a sa peine. E come oggi il guaio è capitato a me, domani coglie un altro, così nessuno può dirsi sicuro dall’ugna della sventura: Hodie mihi, eras tibi, come volgarmente si dice, ovvero, come dice ancora la Bibbia:
854. Mihi heri, et tibi hodie.1
o anche, come dice Virgilio:
855. Stat sua cuique dies.2
sentenza che Macrobio nel passo più volte citato (Saturn., V, 16) dà come passata in proverbio già ai suoi tempi.
Del resto che cos’è questa vita? È una catena non interrotta di dolori, di guai, di lotte;
856. Vivere [mi Lucili] militare est.3
scriveva Seneca a Lucilio, e Plinio il vecchio nella Hist. Natur., prefazione al libro XVIII: Profecto enim vita vigilia est, e S. Girolamo nel trattato Adversus Pelagianos (II, 5, col. 747): Quandium enim vivimus, in certamine sumus. Anche il Voltaire nel Mahomet (a. II, sc. 7):
Ma vie est un combat
di cui Beaumarchais si fece un motto; e molti secoli prima di tutti costoro il libro di Giobbe (cap. VII, v. 1) aveva detto:
Militia est vita hominis super terram: et sic ut dies mercenarii dies ejus.
Per cui
857.
....Spesso è da forte
Più che il morire il vivere.