Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
[823-825] | Mestieri e professioni diverse | 265 |
condo la quale Cristo entrò un giorno nella bottega di un fornaio, chiedendo per carità un poco di pane. La padrona che stava lavorando la pasta, ne levò un pezzo, e lo pose nel forno, dicendo a Cristo di attendere che fosse cotto; ma la figlia, rimproverandola della sua prodigalità, lo trasse dal forno, rimettendone soltanto la metà. Questa cocendosi crebbe prodigiosamente, onde la figlia meravigliata si diede ad esclamare: Huh! huh! huh! Questo grido fece venire in mente a Gesù la civetta, e bastò questo perchè la ragazza fosse senz’altro tramutata in civetta. Il motto si ripete a pungere l’ingordigia dei fornai.
I sarti sono due volte ricordati da Dante in due similitudini:
823.
.... Aguzzavan le ciglia
Come ’l vecchio sartor fa nella cruna.
e più oltre, nel Paradiso (c. XXXII. v. 140-141) fa dire a S. Bernardo:
....Come buon sartore
Che, com’egli ha del panno, fa la gonna.
Veniamo alle professioni liberali, e in testa alle altre lasciamo quella del fòro. Cicerone fece insuperbire gli avvocati approvando chi diceva:
824. Cedant arma togæ, concedat laurea linguæ.1
e così viene comunemente citato, benchè Cicerone scrivesse propriamente laudi invece di linguæ. In tutto il Medio Evo lo studio delle leggi fu tenuto in altissimo onore, e la professione avvocatale circondata di larghissimi privilegi, ma il mondo cominciò ad averne presto piene le tasche, tanto più che fin da tempo antico si levavano dei dubbi sulla discrezione e sulla onestà degli avvocati, fra i quali si contava per un’eccezione chi potesse essere detto:
825. Advocatus et non latro.2