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[753-755] | Intelligenza, genio, spirito, immaginazione | 243 |
Come pure le note parole di Armanda che sono l’impresa di tutte le società di mutuo incensamento:
753. Nul n’aura de l’esprit, hors nous et nos amis.1
E citiamo ancora, sempre nella lingua dei francesi, popolo che di spirito s’intende indubbiamente, questo detto comune:
754. Monsieur Tout-le-monde qui a plus d’esprit que M. Voltaire.2
la quale frase nasce probabilmente dalle parole dette da Talleyrand in un discorso pronunziato alla Camera dei Pari il 24 luglio 1821 in difesa della libertà di stampa: «De nos jours, il n’est pas facile de tromper longtemps. Il y a quelqu’un qui a plus d’esprit que Voltaire, plus d’esprit que Bonaparte, plus d’esprit que chacun des Directeurs, que chacun des ministres passés, présents, à venir, c’est Tout-le-monde.» Anche Jules Claretie nell’idilliaco romanzo Pierrille (ch. XIV): «....cette poésie qui vient on ne sait d’où, de ce Tout-le-monde qui a plus d’esprit que Voltaire et plus de poésie que Virgile.»
Dei vantaggi della meditazione e della solitudine per elevare lo spirito disse Cicerone, affermando di Publio Scipione Africano, sulla fede di Catone, suo contemporaneo, esser solito di dire:
755. Nunquam se minus otiosum esse, quam quum otiosus; nec minus solum, quam quum solus esset.3
Così Cicerone scrive in princ. del lib. III, De Officiis; e lo stesso ripete nel lib. I, § 17 del De Republica. Isidoro Del Lungo applica felicemente questa frase a Dante giovine in: Beatrice nella vita e nella poesia del secolo XIII (Milano, 1891), a pag. 44: «Il paradosso del maggiore Affricano.... si adatta, con singolare vi-