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[704] Guerra e pace 225


riodo: «Così Napoleone fu amatissimo dalla Francia, ed oggetto, per dir così, di culto ai soldati, che egli chiamò carne da cannone e trattò come tali» (il LXXIV, nella ediz. delle Prose morali, comm. da Ild. Della Giovanna, Firenze, Sansoni, 1895, a pag. 344). Ora, sfuggì veramente a Napoleone una così bestiale definizione? Era naturale che il dubbio sorgesse e. una volta sorto, si cercasse di chiarire l’equivoco, se l’equivoco v’era, tanto più che la frase carne da cannone è divenuta universalmente popolare. Alberto Lumbroso raccontò nell’Italia Moderna, ott. 1906, pag. 368-369 (articolo ristampato nel volume: Attraverso la Rivoluzione e il Primo Impero, Torino, Bocca, 1907, a pag. 473-476) d’avere scritto sull’argomento al Masson, il celebre storico di Napoleone, e il Masson gli rispose negando energicamente: Napoleone sarebbe stato una bestia se l’avesse detto ed egli era ben lungi dall’essere una bestia. Chi dunque gli attribuì calunniosamente quella definizione disumana? II Lumbroso asserisce che il calunniatore fu l’abate de Pradt, scrittore e uomo politico, già elemosiniere di Napoleone I e che poi rivoltatoglisi contro fu uno dei suoi detrattori e ne fu ricompensato con la nomina a vescovo di Poitiers e poi ad arcivescovo di Malines. E in una sua lettera al principe di Talleyrand il conte di Jaucourt afferma che fu appunto l’abate de Pradt ad attribuire falsamente a Napoleone la frase: «Le soldat est la chair à canon.» Del resto non si dimentichi Shakespeare che nel King Henry IV, parte prima, a. IV. sc. 2a, fa dire a Falstaff dei suoi soldati: Food for powder (carne da polvere).

Anche la guerra ha le sue norme, i suoi precetti; non nel solo giuoco delle armi, o nel cozzo brutale degli eserciti sta la guerra: e a molti episodi, anche gloriosi, della storia militare, si potrebbero implicare le notissime parole:

704.   C’est magnifique, mais ce n’est pas la guerre. 1

o come altri dicono: C’est beau, mais ce n’est pas la guerre, parole dette dal generale francese P. F. G. Bosquet, assistendo alla eroica ma imprudente carica della cavalleria leggera (comandata dal conte di Cardigan) alla battaglia di Balaklava (25 ot-


  1. 704.   È magnifico, ma non è la guerra.
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